La storia che svanisce e la memoria che muore sono gli aspetti del comportamento umano che più mi addolorano.

Perché le tracce storiche della vita di Gesù si sono perse? Perché di intere città, come Sparta, o di intere civiltà (come la micenea), non è rimasto nulla?

Il tempo e il disinteresse delle generazioni postume ne sono la causa principale. Ma, a volte, è la stessa umanità, con i suoi furori iconoclastici, che provoca la sparizione delle testimonianze storiche.

Ho cominciato a occuparmi di questo fenomeno quando nel 1993, durante una mia visita a Berlino, ho constatato che la Germania aveva letteralmente fatto sparire i resti della Cancelleria e, in particolare, del bunker di Hitler, il luogo più storico del secondo conflitto mondiale. Ho cominciato in quell'anno le mie ricerche che hanno dato un non trascurabile contributo all'attuale esposizione di informazioni sulla sua esistenza.

Lo stesso affliggente interesse mi ha portato al Berghof, il luogo dove Hitler ha vissuto un terzo della sua vita di potere.

Questo luogo ha rappresentato un baricentro strategico , una fonte di immagine per Hitler, che qui dava vita a una rappresentazione di sé stesso più umana e più amichevole rispetto a Berlino, e per l'intero nazismo.

Il Berghof era diventato un fulcro prestigioso di attrazione e visita dei personaggi politici, militari e culturali più famosi dell'epoca.

Questo luogo, è stato distrutto, occultato e ricondotto allo stato di pura boscaglia per un complesso di colpa e una paura che diventasse un luogo di pellegrinaggio di nostalgici, che non hanno precedenti nella storia.

Il Berghof non è stato distrutto dal “nemico” ma su impulso delle autorità bavaresi, rappresentative di quel popolo che ha eletto legalmente Hitler e lo ha seguito fino al termine dei suoi giorni.

Questo comportamento ha raggiunto vette di assurdità se si fa riferimento alla Teehaus, una modesta costruzione nei boschi del Mooslahnerkopf, colpevole di avere ospitato quotidianamente Hitler e i suoi intimi per il tè del pomeriggio. Quelle pietre erano naziste, dovevano essere “denazificate” e quindi sparire dalla storia.

E poi, perché questo furore nichilista si è fermato in questi boschi e non si è esteso alla Kehlsteinhaus, il prestigioso Nido d'Aquila, fiore all'occhiello del progresso e della tecnologia del Terzo Reich? Forse perché poteva essere fonte di cospicue entrate per il previsto flusso turistico, attratto dalla sua stupenda posizione panoramica?

Questo libro, attraverso ricerche negli archivi bavaresi, sopralluoghi e la raccolta di una documentazione originale rimasta “segreta” per oltre mezzo secolo, ha affrontato e risolto il non facile compito della ricostruzione storica del Berghof e della Teehaus.

Pietro GUIDO

UN BREVE PROFILO DELL'AUTORE

Pietro GUIDO, laureato in economia in Italia e specializzatosi in marketing negli USA, ha svolto una lunga attività di dirigente industriale.

E' autore di numerosi articoli e libri nell'area delle strategie aziendali.

Egli è passato, in tempi più recenti, alla pubblicazione di libri a contenuti di interesse generale, come la politica e l'indagine storica.

Il libro, realizzato dall'autore, “Führerbunker-Svelati i suoi Misteri”, giunto alla quinta edizione, ha avuto un notevole successo di lettori in Italia e, nella edizione in lingua inglese, in tutto il mondo.

Con l'ultimo libro “Gesù Cristo vs. Adolf Hitler – Due Missioni Speculari” l'autore ha analizzato e illustrato alcuni momenti “cruciali” delle loro esistenze come i misteri della nascita e dei primi trent'anni, la comunicazione, i rapporti con la folla, la personalità, la ricerca della morte e la sparizione dei corpi.